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Il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino. Un modello di gestione territoriale

di Vittorio Ducoli

di Vittorio Ducoli

è attualmente direttore del Parco Naturale Paneveggio – Pale di San Martino. In precedenza ha diretto il Parco Regionale dell’Adamello e i Parchi Nazionali delle Foreste Casentinesi e d’Abruzzo, Lazio e Molise.
habitat

La carta degli habitat, tassello
fondamentale del processo di pianificazione.

Il Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino è stato istituito dalla Provincia Autonoma di Trento con la Legge Provinciale n. 18 del 6 maggio 1988. Le finalità istitutive riguardano la tutela delle caratteristiche naturali e ambientali, la promozione dello studio scientifico e l’uso sociale dei beni ambientali.

Il Parco è costituito da un territorio montano di quasi 20.000 ettari ricco di emergenze geologiche, forestali, naturalistiche ed antropiche, frequentato fin dall’Ottocento per l’interesse ambientale, alpinistico e turistico. Il territorio del Parco varia da quote di poco inferiori ai 1100 metri sul livello del mare ad una elevazione massima di circa 3200 m. L’area protetta si estende prevalentemente nel territorio della valle di Primiero, interessando anche, sia pure per estensioni minori, le valli di Fiemme e di Fassa. Una significativa porzione del territorio del Parco, in particolare il Gruppo delle Pale di San Martino, costituisce uno dei nove siti dolomitici riconosciuti recentemente dall’Unesco come Patrimonio Naturale dell’Umanità.

Il territorio del Parco è coperto per oltre la metà da boschi e foreste, e questi ecosistemi rappresentano gli ambienti di maggiore complessità del territorio. La foresta simbolo del Parco è quella di Paneveggio, universalmente nota per il legno di risonanza con il quale si realizzano violini ed altri strumenti musicali.
La varietà geologica e microclimatica del territorio ha permesso l’affermarsi di una estrema varietà floristica: numerose sono quindi le specie vegetali endemiche, Tra le quali Campanula morettiana, Primula tyrolensis e Saxifraga facchini.
La fauna ungulata del Parco vede la presenza del cervo, del capriolo, del camoscio e dello stambecco. Tra gli uccelli tipici dell’ambiente montano spiccano il gallo cedrone e il fagiano di monte, la pernice bianca, il francolino di monte, la coturnice, il gufo realee l’aquila reale (Aquila chrysaetos). Ben rappresentati sono anche anfibi, rettili e gli invertebrati.

Sin dalla sua istituzione, il Parco si è caratterizzato per la gestione attiva dei caratteri naturalistici ed ambientali del territorio e per l’importanza data al recupero ed alla valorizzazione della cultura materiale locale. Sono stati realizzati importanti progetti di carattere naturalistico, quali la reintroduzione dello stambecco, la riqualificazione di ambienti umidi e la conservazione di praterie alpine. Sul fronte della fruizione, il Parco gestisce un’articolata rete sentieristica e tre centri visitatori, che offrono servizi di carattere informativo e di animazione culturale attraverso allestimenti permanenti, mostre ed iniziative varie. La rete escursionistica del Parco è composta da oltre 220 km di sentieri, dei quali circa un quarto gestito direttamente dall’Ente, che ne cura manutenzione ordinaria e straordinaria e segnaletica. A questi si affiancano alcuni percorsi tematici realizzati e gestiti direttamente dall’Ente Parco.

Tematiche e aspetti trattati nell'articolo...

Tematiche e aspetti trattati nell'articolo...

1. Le foreste
Il territorio del Parco è coperto per oltre la metà da boschi e foreste, e questi ecosistemi rappresentano gli ambienti di maggiore complessità del territorio. La foresta simbolo del Parco è quella di Paneveggio, con un’estensione di circa 2700 ettari.

2. La flora
Elemento fondamentale della diversità floristica del Parco è la natura sia carbonatica che vulcanica e metamorfica delle rocce affioranti. La barriera naturale formata dalle catene montuose delle Pale di San Martino e del Lagorai interrompe il flusso delle correnti umide provenienti dal mare, rendendo ancora più vario il disporsi della vegetazione all’interno dei territori che a tali monti si contrappongono.

3. La fauna
Tra i mammiferi, sicuramente i più appariscenti dell’area protetta sono gli ungulati. Fra i vertebrati sono presenti moltissimi mammiferi e uccelli tipici dell’ambiente montano. Una recente ricerca eseguita nel territorio del Parco ha appurato che nel periodo riproduttivo vi sono almeno 84 specie di uccelli. Abbiamo poi anfibi, pesci ed invertebrati.

4. La ricerca
Un territorio complesso ed articolato come quello del Parco non può che essere gestito avvalendosi di solide basi scientifiche e conoscitive. Per questo il Parco dedica particolare attenzione alle attività di ricerca e monitoraggio. Numerosi progetti di ricerca, condotti con la collaborazione di istituti universitari e singoli ricercatori, riguardano le componenti più importanti degli ecosistemi del Parco.

5. I centri visitatori
Sin dalla sua istituzione il Parco ha curato con attenzione la realizzazione di una rete strutturata per la conoscenza, la fruizione consapevole e l’interpretazione dell’ambiente e del territorio.

6. La Biblioteca ed i laboratori del Parco
A Villa Welsperg è allestita una Biblioteca dedicata a Dino Buzzati, frequentatore delle montagne della Val Canali. Conta ad oggi 3900 titoli, in gran parte aventi come tema la natura e la montagna, con una sezione interamente dedicata allo scrittore. Sono inoltre disponibili alla consultazione 30 titoli di riviste specializzate.

7. Le mostre del Parco
Accanto alle esposizioni permanenti nei centri visitatori del Parco, stagionalmente vengono allestite mostre temporanee dedicate, generalmente, alle ricerche svolte sull’area protetta o ad argomenti di particolare rilevanza culturale. Gli allestimenti vengono quasi sempre ideati e realizzati direttamente dall’Ente Parco con la collaborazione di altre realtà istituzionali operanti nel campo della cultura e della ricerca.

8. I sentieri e gli itinerari
La rete escursionistica del Parco è composta da oltre 220 km di sentieri. Di questi, circa un quarto è gestito direttamente dall’Ente, che ne cura manutenzione ordinaria e straordinaria e segnaletica. Il resto della rete è gestito in stretta collaborazione con la Società Alpinistica Tridentina (SAT).

9. L’educazione ambientale
L’attività di educazione ambientale del Parco si articola essenzialmente attraverso il progetto Parco Scuola, che prevede interventi in classe, uscite nell’ambiente naturale o presso i centri visitatori e in laboratorio per lo sviluppo di attività pratiche.

10. La mobilità sostenibile
Soprattutto in aree a forte vocazione turistica come quelle del Parco il tema della mobilità assume una precisa rilevanza: per questo il Parco ha attivato da alcuni anni uno specifico programma di mobilità sostenibile.

11. Le energie alternative
A seguito di lavori di riqualificazione energetica, Villa Welsperg può essere considerata a tutti gli effetti un edificio che non emette gas serra ed il Parco può dare così un ulteriore contributo concreto alle azioni per contrastare il cambiamento climatico.

12. La comunicazione ambientale
Il Parco si è dotato di specifici strumenti di informazione e comunicazione sciantifica, rivolti sia ai cittadini che vivono nel Parco o nelle sue vicinanze, sia ai visitatori.

L’attività di educazione ambientale del Parco si articola essenzialmente attraverso il progetto Parco Scuola, che prevede interventi in classe, uscite nell’ambiente naturale o presso i centri visitatori e in laboratorio per lo sviluppo di attività pratiche. Le attività sono gratuite per le scuole dei comuni del Parco, mentre richiedono il pagamento di una quota per le scuole esterne. Il Parco, in collaborazione con agenzie di viaggio specializzate, organizza anche gli aspetti logistici dei soggiorni.

Numerose pubblicazioni, sia informative per il visitatore, sia di approfondimento delle materie oggetto dell’attività dell’Ente, arricchiscono il patrimonio conoscitivo che il Parco mette a disposizione dell’utente. L’attività di ricerca ha portato alla realizzazione di numerosi progetti, condotti con la collaborazione di istituti universitari e singoli ricercatori, riguardati le componenti più importanti degli ecosistemi del Parco. Tra queste da segnalare per la sua importanza la ricerca sull’ecologia e l’etologia del Gallo cedrone, una delle specie simbolo dell’area protetta.

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