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La fauna vertebrata delle zone umide di Primiero

di Piergiovanni Partel

di Piergiovanni Partel

nato il 30 dicembre 1971 a Transacqua (TN), dal 1992 lavora presso l’Ente Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino, occupandosi di Ricerca scientifica e Conservazione ambientale.

Le zone umide sono molto importanti per la fauna perché costituiscono la nicchia ecologica di molte specie cui garantiscono rifugio, alimentazione e possibilità di riprodursi.

Merlo acquaiolo (foto PPPSM)

Merlo acquaiolo (foto PPPSM)

Avvalendosi di un ricco apparato fotografico, questo lavoro offre sia un inquadramento generale che un ricco bestiario della fauna vertebrata di Primiero che frequenta le terre d’acqua. Queste ultime hanno, qui da noi, estensione altitudinale e longitudinale tali da comprendere ambienti la cui grande varietà si riflette in quella della fauna. Perciò questa ricognizione puntuale ben evidenzia il carattere di transizione delle zone umide.

Un bestiario delle zone umide di Primiero

Un bestiario delle zone umide di Primiero

Questo l’elenco di tutte specie animali delle terre d’acqua citate nell’articolo:

Pesci : carassio rosso (Carassius auratus), cavedano (Squalius squalus), coregone lavarello (Coregonus lavaretus), salmerino alpino (Salvelinus alpinus), salmerino di fonte (Salvelinus fontinalis), sanguinerola (Phoxinus phoxinus), scardola (Scardinius hesperidicus), scazzone (Cottus gobio), storione (Acipenser Gen.), temolo (Thymallus thymallus), triotto (Rutilus aula), trota fario (Salmo trutta), trota iridea (Oncorhynchus mykiss), trota marmorata (Salmo marmoratus)

Anfibi : rospo comune (Bufo bufo), rana di montagna (Rana temporaria), tritone alpestre (Ichthyosaura alpestris), salamandra pezzata (Salamandra salamandra), salamandra alpina (Salamandra atra)

Rettili : biscia dal collare (Natrix natrix), natrice tassellata (Natrix tessellata)

Uccelli : airone cenerino (Ardea cinerea), alzavola (Anas crecca), ballerina bianca (Motacilla alba), ballerina gialla (Motacilla cinerea), beccaccino (Gallinago gallinago), bianco maggiore (Casmerodius albus), cannaiola comune (Acrocephalus scirpaceus), cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), cicogna bianca (Ciconia ciconia), cicogna nera (Ciconia nigra), cormorano (Phalacrocorax carbo), cutrettola (Motacilla flava), falco pescatore (Pandion haliaetus), fischione (Anas penelope), folaga (Fulica atra), frullino (Lymnocryptes minimus), gabbiano comune (Chroicocephalus ridibundus), gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), garzetta (Egretta garzetta), germano reale (Anas platyrhynchos), ibis eremita (Geronticus eremita), martin pescatore (Alcedo atthis), marzaiola (Anas querquerola), merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), moretta (Aythya fuligula), moriglione (Aythya ferina), pavoncella (Vanellus vanellus), piro piro culbianco (Tringa ochropus), piro piro piccolo (Actitis hypoleucos), porciglione (Rallus aquaticus), sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides), smergo maggiore (Mergus merganser), svasso maggiore (Podiceps cristatus), tarabusino (Ixobrychus minutus), tarabuso (Botaurus stellaris), tuffetto (Tachybaptus ruficollis)

Mammiferi : vespertilio di Daubenton (Myotis daubentonii), topo campagnolo agreste (Microtus agrestis), campagnolo sotterraneo (Microtus subterraneus), toporagno acquaiolo (Neomys fodiens), toporagno acquaiolo di Miller (Neomys anomalus), lontra (Lutra lutra), puzzola (Mustela putorius)

La classe animale che più le frequenta è quella degli uccelli, con almeno 36 specie, sia stanziali che migratrici. Si tratta di Anatidi (con prevalenza del germano reale, diffuso da tempo, e la comparsa recente dello smergo maggiore, ma anche il cormorano e l’airone cenerino, avvistato in gruppi di 25 soggetti) e di Passeriformi stanziali (con le ballerine bianca e gialla che spaziano dal fondovalle ai 2000 metri di quota, ed il quasi familiare merlo acquaiolo). Ma è anche presente una grande varietà di specie migratrici o erratiche che si avvalgono, in particolare, del bacino artificiale dello Schener e l’area delle Ex peschiere di Imer. Tra queste ultime, stormi anche numerosi, come quello di circa 200 pavoncelle avvistato nel marzo 2004.

Seguono, con 14 specie, i pesci: i più legati all’acqua poiché necessitano di questo elemento in modo costante per tutto l’arco della vita. Si trovano quasi tutti in acque correnti o bacini lacustri, più che in zone umide propriamente dette. Oltre ai più noti salmonidi (tra i quali la trota marmorata è l’unica autoctona), anche lo scazzone e diversi Ciprinidi. La pratica diffusa di liberare pesci alloctoni in ambienti acquatici naturali, danneggia spesso le specie autoctone.

Minore il numero di mammiferi che ruotano attorno alle terre d’acqua. Oltre a Cricetidi (come i topi campagnoli agreste e sotterraneo) e i Soricidi (toporagno acquaiolo e di Miller) è da segnalare il vespertillo di Dauberton (chirottero che caccia insetti e piccoli pesci sfiorando la superficie dell’acqua). Tra i Carnivori si segnalano invece due importanti estinzioni: della puzzola (segnalata fino a metà Novecento) e della lontra, animale simbolo di Primiero, avvistata l’ultima volta nel 1960 sul Vanoi.

Cinque le specie di anfibi segnalate. Le più diffuse e particolarmente legate alle zone umide sono il tritone alpestre (del quale è presente anche una particolare popolazione dall’intenso colore blu), la rana di montagna (specie in periodo riproduttivo) e la salamandra alpina.

Infine, tra i rettili, la biscia dal collare e la natrice tassellata frequentano le zone umide nutrendosi di animali acquatici.

La seconda parte dell’articolo illustra invece l’esempio della riqualificazione ambientale del laghetto Welsperg, promossa a partire dal 2009 dall’Ente Parco Paneveggio Pale di San Martino, in sinergia con vari soggetti pubblici e privati. Si tratta di un esempio concreto di come terre d’acqua pesantemente degradate possano essere recuperate a favore della fauna che le frequenta. La particolarità di questo intervento è stata la volontà di contemperare le esigenze di carattere conservazionistico con quelle turistiche, ricreative (pesca e balneazione) e didattiche.

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