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Analisi sui boschi di neoformazione nella Comunità di Primiero. Proposta per un utilizzo a scopi energetici, turistico-paesaggistici e di recupero ambientale

di Silvio Grisotto

di Silvio Grisotto

dottore forestale laureato all’Università di Padova, titolare dello Studio Tecnico GRS Esperto in analisi e pianificazione territoriale e forestale, pericolosità idrogeologica e sistemazioni idraulico-forestali.
Residui prativi nel 2011

Residui prativi nel 2011

Lo scopo del lavoro è quello di analizzare quantitativamente e qualitativamente l’evoluzione dei boschi di neoformazione nella Comunità di Primiero negli ultimi 150 anni con paticolare attenzione all’ultimo quarantennio. Sono state indagate le cause di tale evoluzione e gli effetti sulle diverse componenti naturali ed antropiche, nonché sono indicare alcune linee di indirizzo generale per una corretta gestione ed utilizzo, cercando di rispettare tutti i ruoli che la “risorsa” bosco ha all’interno del sistema naturale ed antropico di Comunità.

Si tenta quindi di analizzare come i boschi di neoformazione possano essere inseriti in un progetto più ampio di recupero ambientale della Comunità di Primiero, che possa creare nuove figure professionali, nuove attività imprenditoriali e garantire possibilità di impiego di manodopera più o meno specializzata in periodi di difficoltà economica. Le proposte di utilizzo di alcune aree si orientano su scopi ambientali, turistico-ricreativi ed energetici, cercando di indicare – zona per zona – quale sia la funzione prioritaria tra quelle classiche del bosco.

Ritenendo assai poco praticabile un ritorno alla condizione di copertura di fine ‘800, si reputa che le zone di neoformazione maggiormente interessanti siano quelle nella fascia altimetrica fino ai 1500-1600 m e formatesi negli ultimi 40-50 anni. Si sono così individuate 14 macroaree campione, con caratteristiche omogenee, che risultassero evidenti, già ad occhio nudo, dall’analisi della carta del bosco di neoformazione tra il 1973-2011.

Quali sono le 14 macroaree e quali proposte operative sono state elaborate?

Quali sono le 14 macroaree e quali proposte operative sono state elaborate?

La scelta delle macroaree, fatta in collaborazione con l’Ufficio Distrettuale Forestale di Primiero, ha portato alla definizione di 14 macroaree con caratteristiche omogenee, suddivise tra tutti i territori Comunali che
costituiscono la Comunità di Primiero, ed in particolare:
1. Fascia prativa a monte di Caoria – Comune Canal San Bovo
2. Fascia prativa di Ronco – Comune Canal San Bovo
3. Zona delle Rore – Comune Canal San Bovo
4. Zona prati del Lozen-Campigol del Rosso – Comuni Mezzano e Siror
5. Versante tra Mezzano e Imer (versante Bedolè)– Comuni Mezzano e Imer
6. Versante tra Molaren e Nolesca (versante Bedolè) – Comuni Transacqua, Tonadico e Siror
7. Zona Petina-Dagnoli – Comune di Siror4
8. Zona Ronzi – Comune di Siror
9. Zona Col – Comune di Siror
10. Zona Daneore-Piereni – Comune di Tonadico
11. Zona prati Sagron-Mis
12. Campigolo Malga Val Piana – Comune Mezzano
13. Zona Gobbera-Val del Lach- Lausen – Comune di Canal San Bovo
14. Zona sponde del Vanoi tra il viadotto e la Val Lunga – Comune di Canal San Bovo

Si tratta di 14 zone che ricadono nella fascia altimetrica sotto i 1600 m di quota, prevalentemente situate nelle vicinanze dei centri abitati principali o dei principali nuclei del patrimonio edilizio montano, ben servite da viabilità principale e/o comunale (sia asfaltata che forestale).

La gestione dei boschi di neoformazione, più frequentemente oggi praticata in Trentino e anche qui proposta, si riconduce alle seguenti tipologie:
1. sfolli e diradamenti (miglioramento del bosco esistente);
2. ceduazione con rilascio delle latifoglie nobili (miglioramento del bosco esistente- boschi di latifoglie);
3. trasformazioni di specie;
4. miglioramenti ambientali con recupero di prati e pascoli abbandonati all’avanzata del bosco.

Lo studio evidenzia non pochi punti di criticità dell’intero progetto di filiera, in particolare per ciò che riguarda i costi e le implicazioni socio-politiche, che sarà opportuno chiarire ed approfondire, soprattutto a livello politico locale, senza comunque dimenticare come azioni di questo tipo siano già state intraprese, anche con successo, in altre zone delle Alpi con caratteristiche fisiche, sociali ed economiche del tutto analoghe a quelle del Primiero.

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